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E+M53

  • Data progetto 2010

La ricerca di qualità in 53 mq passa attraverso la valorizzazione del vuoto e della permeabilità visiva.
Trattare lo spazio come un’entità continua, fluida e ininterrotta, rende possibile un tipo di percezione diretta e libera lasciando la facoltà ad ognuno di delinearsi un percorso personale; si auspica uno spazio dove la libertà stessa diviene un momento estetico.

Se da un lato la dissoluzione di ogni elemento è portatrice di individualità delle parti, dall’altro assicura un sottile gioco di relazioni visive, svelando la reale essenza del luogo.
Un elemento centrale è sintesi di tutto ciò che serve, ora è cucina, ora è bagno, ora il più funzionale dei corpi illuminanti. Lo stesso oltre a scandisce i flussi , riflette il trascorrere del tempo, da algida scultura color ghiaccio si plasma in eterea materia luminosa nelle tarde ore del giorno.
Ciò che appartiene alla cucina è scolpito nella “materia luce”, un taglio longitudinale scava le vasche ed il piano lavoro, due estese ante celano ripiani ed elettrodomestici tutto nella medesima tonalità cromatica.
Alla luce appartiene anche il bagno, libera esibizione di elementi differenti in appoggio o a sospensione. La scelta di blocchi volutamente differenti decontestualizza un ambiente spesso troppo sottovalutato.
L’accostamento di materiali nobili quali la pietra grezza , il corian per le pareti unitamente al travertino grezzo e alla lamiera in ferro naturale per  pavimento e soffitto, generano una forte contrapposizione tra masse pesanti e leggere. Alla luce è affidato il compito di trasfigurare lo spazio generando astrazione ed emozione. L’acqua, a pioggia dal soffitto, dilava la pietra, ad incisioni nel pavimento il compito di convogliarla addomesticata in una canalina di raccolta anch’essa  in pietra.
La scelta di quattro materiali nobili , quali pietra, legno , ferro e vetro per risolvere l’intero spazio semplifica i mezzi espressivi, lo sforzo è quello di attribuire ai materiali il significato del “tutto” e quindi di intervenire sui dettagli. La materia, sempre naturale e mai artefatta o abbellita, diventa espressione; la lavorazione viene mostrata in quanto traccia del percorso dell’idea architettonica dal “tutto” alle “parti”.
Il piano pavimento mantiene un discacco dall’involucro, rispettoso di una preesistenza e pare adagiato come un’enorme lastra di pietra grezza incastonata tra murature della medesima materia.
Nella fascia di rispetto, lungo il perimetro dei muri, alloggia l’intera linfa tecnologica la cui sintesi è affidata a terminali luminosi a stelo, cuore di comando dell’intero spazio.
Il rapporto con l’esterno è risolto mantenendo inalterati ritagli privi di ornamenti in massicce murature in pietra; le aperture, realizzate con grossi riquadri in acciaio corten ossidato, appaiono come severi segni incastonati in fori irregolari della vecchia muratura, dai quali però mantengono un rispettoso distacco.
La tangibile tensione tra passato e presente, materia antica e moderna dà un segnale importante: concentrando l’attenzione sull'essenza delle cose, sui bisogni primitivi si può arrivare ad un minimo che non rinuncia al calore delle materie primordiali in combinazione con l'alta tecnologia.